Varsavia 

 

 

Sono tornato da poco dal mio viaggio a Varsavia e ho deciso di raccontare la mia esperienza. Questo per evitare che il tempo sbiadisca o cancelli ricordi molto belli. Mi auguro che questo mio racconto possa farvi respirare un po’ di atmosfera di un luogo erroneamente snobbato dalle agenzie turistiche.

 

Andare in Polonia mi regala sempre belle emozioni, e conto di tornarci al più presto. E’ un paese da visitare sia per quello che si vede ma soprattutto per quello che si “sente”. Finchè non ci sono andato la prima volta sapevo sì e no della sua esistenza. Adesso, dopo quattro visite in un anno, sento la Polonia come la mia seconda casa.

Le persone mi hanno sempre accolto con una gentilezza e una generosità a volte quasi imbarazzante; ma stando lì ti ci abitui e ti chiedi come sia possibile vivere nella ricca Italia, dove la superficialità, l’ignoranaza, la maleducazione e l’egoismo la fanno spesso da padrone.

Spero che il mio racconto non risulti troppo lungo e noioso. =)

 

Sabato 20 dicembre

Sono partito sabato 20 dicembre 2003 dall’aeroporto di Villafranca.

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Mi hanno accompagnato due cari amici, Davide e Claudia.

Prima di salire sull’aereo ero un po’ agitato, non tanto per il mezzo di trasporto, ma per tutte le “paure” burocratiche.

Avevo il timore che qualcosa non andasse nei documenti o che qualche intoppo mi trattenesse in Italia. Troppo era il mio desiderio di ritornare in Polonia.

Invece tutto è andato bene.

In sala d’attesa continuavo a guardare fuori e non vedevo l’ora che le signorine aprissero le porte. Ho visto qualcuno dei dieci passeggeri che cominciava a vestirsi e ho capito che il momento era arrivato.

La strana gabbia di una tipa ha ritardato un po’ la partenza. Ho provato a capire che bestia ci abitasse. Forse un furetto. Qualsiasi cosa fosse non aveva nessuna importanza, basta che non facesse ritardare troppo il decollo.

E’ sì, il decollo. La parte più emozionante del volo.

L’aereo è partito facendo uno "sbrego" spaventoso e poi si è tirato su "in leva". Il tutto mi ha ricordato tanto la mia amata moto.

Il paesaggio sottostante sembrava un presepio, ma visto che il decollo è avvenuto alle 17:00 ben presto sono calate le tenebre. Arrivati in quota non si è visto quasi più nulla. Solo qualche sporadica luce qua e là.

Le hostess della Air Dolomiti erano molto carine, ma ritengo che quel costante sorriso standard a 32 denti risulti veramente troppo finto.

Comunque mi hanno offerto subito una pasta alla crema e un bicchiere di coca.

Il volo è stato tranquillo. Nel giro di un’ora siamo arrivati a Monaco, dove l’ATR è atterrato senza problemi.

Il viaggio in Pullman dalla piazzola dell’aereo mi ha fatto capire le dimensioni dell’aeroporto, veramente notevoli.

L’interno sembra una efficientissima città: pavimenti lucidissimi, soffitti alti, corridoi lunghissimi, negozi di ogni genere, scale mobili tutte funzionanti.

Sapendo il gate di partenza dell’aereo per Varsavia, e seguendo la perfetta segnaletica, si arriva a destinazione in pochi minuti. Praticamente è impossibile sbagliare.

Prima, però, il controllo del passaporto.

Le persone in attesa del volo Lot per Varsavia erano diverse da quelle del volo precedente. Le pellicce lasciavano il posto ad indumenti ben più modesti e i bagagli a mano dei polacchi (molti dei quali lavorano in Germania) erano in gran parte giocattoli.

L’attesa è durata poco, anche se l’aereo era leggermente in ritardo.

Saliti sul mezzo, un 737 con file da 3+3, mi sono subito accorto che posti liberi non ce n’erano.

Ero seduto al centro della fila e avevo al mio fianco una mora super tirata (a sinistra) e un tipo che si è messo subito a dormire (alla mia destra).

L’aereo è decollato senza problemi. Con gli aerei più grandi si sente meno la leva ed è meno divertente.

Le hostess polacche sono arrivate quasi subito con dei vassoi. Io ho rifiutato, come la tipa che avevo a fianco, non so perché. Ho svegliato il tipo alla mia destra e lui ha preso tutto.

Abbiamo iniziato a parlare mentre lui consumava allegramente la cena. Si chiamava Oliver, era tedesco, e andava a Varsavia perchè avrebbe sposato presto una polacca. Gli ho chiesto cosa trovava di speciale nelle ragazze polacche e mi ha risposto che le polacche sono belle come le svedesi e hanno il temperamento delle latine. Il tutto completato da una costante dose di eleganza.

E’ stata la miglior descrizione delle polacche che abbia mai sentito.

Mi ha dato qualche consiglio su Varsavia e, tutto quel parlare, mi aveva fatto venire una gran fame. Così ho fermato la hostess e le ho chiesto se mi portava il vassoio che prima avevo rifiutato. Per un attimo ho visto nei suoi occhi la risposta che avrebbe voluto darmi, invece mi ha sorriso e mi ha accontentato.

Atterraggio ok.

Ancora controllo del passaporto, che viene passato al computer. Ormai si saranno accorti anche loro della frequenza dei miei viaggi (4 in un anno in Polonia)

Il ritiro dei bagagli è stato abbastanza stressante. La mia valigia è arrivata praticamente per ultima, ma è arrivata.

Io e Oliver ci siamo scambiati le mail, con l’augurio di rivederci.

All’aeroporto una folla aspettava i miei compagni di viaggio. Per me c’era un ragazzo con un cartello: Mr Montin

L’ho raggiunto. Mi ha condotto ad un taxi e, caricate le valigie, sono partito alla volta dell’Hotel Hetman.

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Varsavia mi ha subito dato l’impressione di essere una città molto moderna e abbastanza trafficata. Una cosa che dovete sapere se andate lì è che chi ha la macchina grossa corre. Cambiamenti di corsia e accelerazioni improvvise la fanno da padrone, anche se penso che i tutte le metropoli sia così.

Quando vado in un posto, più che dai monumenti sono attratto dalla gente. Osservo le persone, i comportamenti, gli atteggiamenti. E’ importante sentire ciò che ascoltano, o vedere le cose che comprano. La vita è nella gente e se vuoi “capire” un luogo devi saperti mescolare.

Non come fanno certi italiani/e, pronti a disprezzare tutto quello che trovano fuori casa e a lamentarsi perché non vengono serviti come principi. Il turismo per me è altro.

Sono arrivato in albergo in pochi minuti. Bello, nuovo, pulito. Niente da dire.

La signorina è stata gentilissima e un fattorino mi ha portato la valigia in camera, la 201, al secondo piano.

Verso le 22 sono andato a dormire. Il giorno seguente avrei incontrato Karolina, una simpatica polacca incontrata una settimana prima in chat.

E’ sempre bene avere qualche contatto in una città, soprattutto se è grande come Varsavia.

 

Domenica 21 dicembre

Dopo un’abbondante colazione Polacca (in cui compaiono anche frittata, wurstel, pesce, insalata russa, etc.), Karolina è venuta a prendermi.

Insieme abbiamo visitato mezza città, usando con disinvoltura mezzi di trasporto quali bus, tram e metropolitana.

La prima cosa che abbiamo visto è stata Plac Zamkowy Im000439.jpg (80584 byte), in cui si trova il 

Castello Reale Im000440.jpg (73351 byte), che purtroppo era chiuso.

Davanti c’era un grosso albero di Natale donato dalla Ferrero.

Abbiamo visitato velocemente la piazza del mercato e poi ci siamo incamminati sulla 

strada reale Im000441.jpg (57107 byte), dove si passa davanti alla casa del Presidente Alexander.Im000443.jpg (67344 byte)

La metropolitana ci ha portato di fronte al Politechnika Im000444.jpg (72375 byte), che abbiamo visitato anche dentro. Fuori ho fotografato la casa dello studente Im000450.jpg (136266 byte) e ricordo di essere rimasto stupito dal numero di venditori di alberi di natale. Mi sembrava un po’ il film Love Story.

Ripresa la metropolitana siamo andati verso il centro, dove si erge il palazzo della Cultura. Donato dai russi negli anni ’50, da alcuni polacchi è visto come un monumento da abbattere, visto che ricorda un periodo tutt’altro che felice in cui la Polonia è rimasta “congelata” sotto il comunismo.

Il tempo era brutto, così ho comprato un ombrello e, appena possibile, ci siamo rifugiati in un pub. Qui ho avuto modo di assaggiare la birra calda, una bevanda che non avevo mai provato.

Ad una certa ora ho accompagnato Karolina a casa e ho potuto leggere la posta elettronica. Abita in un piccolo appartamento in un quartiere pieno di palazzoni nella “Versavia dormiente”. Queste periferie polacche mettono un po’ di tristezza, ma ho avuto piacere di vedere un altro pezzetto di vita reale.

Poco dopo sono arrivati i suoi genitori e mi hanno accompagnato in albergo. Loro andavano a Wegrow. Ci saremo rivisti alla vigilia.

In albergo mi sono messo a guardare la tv Im000451.jpg (121518 byte), ho fatto un giretto lì attorno e poi sono andato a dormire.

 

Lunedì 22 dicembre

Tempo bello. Dopo l’ottima colazione ho lasciato l’albergo con l’intenzione di girare Varsavia a piedi.

Passando davanti alla chiesa di S. Maria Maddalena Im000453.jpg (136280 byte), ho attraversato il ponte sul fiume Vistola Im000455.jpg (65081 byte)  e sono arrivato alla città vecchia Im000456.jpg (67783 byte).

C’era un vento insidioso e pungente, ma il cielo era di un azzurro che in Italia raramente vediamo.

La piazza del mercato Im000458.jpg (76913 byte) Im000459.jpg (78249 byte) è molto bella e ricorda un po’ Praga. Bisogna ricordare che, durante la seconda guerra mondiale, Varsavia è stata distrutta all’85% dai tedeschi.

Grazie all’orgoglio e alla volontà dei polacchi è stata interamente ricostruita. 

Camminando verso la città nuova ho incontrato uno dei tanti monumenti che ricordano i caduti dell’ultima guerra Im000462.jpg (85679 byte).

Camminando verso sud sono passato davanti alle ambasciate (quella più grande è naturalmente quella USA) e sono arrivato al parco Lazienki.

Subito mi sono trovato davanti al monumento a Chopin, Im000477.jpg (101683 byte) il grande compositore polacco.

Nel parco si possono vedere animali ormai abituati alla presenza dell’uomo Im000466.jpg (108755 byte) Bellissimo lo scoiattolo che è venuto a mangiare dalla mia mano Im000470.jpg (118392 byte) e il pavone Im000465.jpg (149583 byte).

Passeggiando nel parco Im000468.jpg (122381 byte) si possono trovare vari edifici come il tempio della Sibilla Im000467.jpg (111719 byte), il magnifico palazzo sull’acqua Im000472.jpg (92578 byte) Im000473.jpg (78914 byte), la casa bianca Im000474.jpg (99502 byte), l’Orangerie Im000475.jpg (80775 byte), il vecchio serbatoio d’acqua Im000476.jpg (94290 byte).

A questo punto della giornata cominciavo ad essere piuttosto stanco, quindi mi sono incamminato verso nord attraverso la via Marszalkowska (via del maresciallo). E’ piena di ogni genere di negozi, locali e ristoranti.

Arrivato a Plac Defilad (la piazza del palazzo della cultura), avevo fame e ho cercato un Mc Donalds.

In Polonia, a differenza dell’Italia, i pasti sono a orari strani e questo mi ha disorientato un po’.

Alla mattina si fa praticamente un pranzo, il pranzo si fa dopo le 14 e la cena si mangia se si ha fame.

Trovato il Mc Donalds ho ordinato i miei soliti 4 cheesburger con patatine e coca. Prezzo sui 20 zloti (circa 10.000 lire).

C’era buio, faceva freddo ed ero stanchissimo.

Ho preso un taxi e mi sono fatto portare in albergo, dove mi sono fatto una dormita.

Verso le 20 mi sono svegliato e sono andato a visitare il CarreFour, un grosso centro commerciale vicino al mio albergo. Grande circa un terzo della Grande Mela, era pieno di ogni genere di negozio. Ho mangiato lì, poi sono ritornato in albergo per la dormita definitiva (una delle più soddisfacenti della mia vita).

 

Martedì 23 dicembre

Colazione abbondante e partenza in taxi alla volta del Palazzo Wilanow Im000478.jpg (101629 byte).

Il palazzo era chiuso, ma ho potuto visitare il parco gratuitamente.

Nevicava. Nel parco c’ero solo io. Dopo aver visto il Gazebo Im000481.jpg (140266 byte) che si trova all’estremità del parco, ho proseguito verso il parco barocco sul retro del palazzo.

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Ultimo passaggio davanti al palazzo Im000488.jpg (78515 byte), ho visto la tomba dell’artista Stanislaw Kostka Potocki Im000489.jpg (111084 byte) e il museo dei poster.

Arrivederci Wilanow Im000490.jpg (143037 byte).

Mi sono fatto portare da un taxi in centro , dove ho fatto i miei soliti chilometri attorno al Palazzo della cultura. Nel tardo pomeriggio sono salito al 30° piano del palazzo da dove si gode una splendida vista sulla città.

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Tornato in albergo per una pennichella, sono uscito alle 21 circa.

Il locale che volevo visitare era chiuso, così mi sono incamminato in Nowy Swiat, una delle più belle vie d’Europa.

Qui il caso (e il freddo) mi hanno portato all’interno di un bar gestito dalla giovane e bellissima Sylvia, una ventenne purtroppo già sentimentalmente impegnata.

Trovare un turista in quel periodo è abbastanza raro e gli italiani sono ben visti.

Quindi, fra una birra e l’altra (le + famose sono Okocim e Zywiec) sono rimasto a parlare con Sylvia e altre due polacche per tutta la sera.

Dopo le 23 sono uscito in cerca della discoteca Organza, che non ho trovato. Così, piuttosto pienotto di birra, mi sono fatto riportare all’albergo.

 

Mercoledì 24 dicembre

Dopo aver buttato via circa 50.000 lire di taxi per aver sbagliato la stazione dell’autobus, ho preso il bus per Wegrow per trascorrere il Natale a casa di Karolina e della sua famiglia.

Wegrow si trova a 80 km a est di Varsavia.

Appena usciti dalla città, la Polonia mi è apparsa in tutta la sua povertà, che però è sempre dignitosa. Immensi boschi costeggiano le strette strade e le persone scendono e salgono in alcuni posti dove non sembrava esserci alcun agglomerato urbano.

Ad un certo punto l’autobus era pienissimo e il malcontento è serpeggiato fra i passeggeri. Fortunatamente siamo arrivati a Wegrow e ognuno è andato per la sua strada.

Karolina è venuta a prendermi e mi ha sistemato in una bella camera a casa dei suoi genitori.

Sono sceso ad aiutare e il padre si è messo a ridere. In Polonia l’uomo non sta in cucina. Alle mia volontà di collaborare Karolina ha ribattuto: “Qui non sei in Italia”.

Così mi sono ritrovato a parlare con Tony, il fratello. Fa le campane (ne ho viste alcune e sono proprio belle) insieme a suo padre e ad altri due parenti.

Man mano che andavano avanti i preparativi per la cena della vigilia, capivo che si sarebbe mangiato parecchio. Im000496.jpg (107099 byte)

La cena è andata bene. Mi è piaciuto riassaggiare cibi polacchi di cui avevo un po’ dimenticato il gusto.

Una cosa che bisogna sapere è che in Polonia si mangia in fretta. Scordatevi le cene di ore che si fanno in Italia.

Dopo cena Toscha (la figlia ti Tony), si è messa le alette da angelo e ha consegnato i regali. Im000500.jpg (96364 byte) 

Io avevo portato qualche pensierino, oltre all’immancabile chilo di spaghetti.

Ho ricevuto una maglietta che non mancherò di indossare come gli altri indumenti polacchi che ho acquistato.

Dopo aver finanziato i bambini della stella Im000503.jpg (87217 byte) e aver ascoltato la mamma di Karolina che cantava, siamo andati a messa.

La chiesa era strapiena e dopo 40 minuti non sapevo più come mettermi per stare in piedi.

La mamma di Karolina era nel coro e la messa non è stata noiosa.

Una volta usciti abbiamo affrontato il freddo intenso e siamo tornati a casa a dormire.

 

Giovedì 25 dicembre

Dopo la solita abbondante colazione polacca abbiamo accompagnato Tony e la sua famiglia a messa Im000505.jpg (78879 byte) e sono andato con Karolina alla stazione degli autobus.

Era stato tutto bellissimo, ma non volevo approfittare troppo dell’ospitalità.

Purtroppo il giorno di natale c’erano solo due autobus, uno alle 5 e uno alle 8 (di mattina).

Quindi dovevo restare a Wegrow un altro giorno.

Dopo aver visto con Karolina un bel palazzo Im000506.jpg (111555 byte) e una vecchia torre Im000507.jpg (82630 byte), siamo ritornati a casa dove mi sono dedicato, come il resto della sua famiglia, all’attività preferita sotto le feste: la pennichella.

Passate circa due ore sono sceso e sono iniziati i preparativi per la cena, Im000510.jpg (107992 byte) visto che era l’onomastico del padre.

In Polonia, infatti, l’onomastico si festeggia. E’ stato imbarazzante non sapere quando è il mio… Chissà se S. Federico esiste…

Comunque è arrivato tutto il parentado, abbiamo mangiato, bevuto e cantato canzoni italiane (quali “O sole mio”, “Azzurro”, “Bella ciao”, etc.)

Ad un certo punto ho iniziato a bere bicchierini di vodka con Tony e, a fine serata, ero piuttosto pienotto.

Fatto sta che ad un certo punto siamo usciti e non sentivo assolutamente il freddo!  

Siamo andati a casa di Tony lì vicino, una casetta monopolizzata da un cane di 82 kg, Fidel

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Non so quanto siamo rimasti su, so solo che ad un certo punto ero nel grande letto di una grande stanza.

Nonostante il pesante russare di Fidel che proveniva dal corridoio, ho dormito come un sasso.

 

Venerdì 26 dicembre

Ci siamo alzati alle 10:30.

Ricordo di essere andato in bagno con passo leggero per non svegliare la bestia.

Siamo andati a far colazione nella casa dei genitori, ma, quando ho sentito l’odore del pesce, mi sono dovuto alzare dalla tavola. I postumi della bevuta si sono fatti sentire.

Karolina ha telefonato alla stazione degli autobus. Dovevo partire alle 11:20, e avevo pochi minuti.

Ho salutato e ringraziato tutti per la gentilezza e l’ospitalità, poi Karolina mi ha accompagnato all’autobus.

L’esperienza nella famiglia polacca era stata molto bella, ma era ora di tornare in città.

Arrivato a Varsavia dopo due ore di viaggio, sono andato a piedi fino all’albergo.

Dopo un immancabile riposino, sono andato al centro commerciale a comprare un pensierino per Sylvia e poi sono andato in centro.

Purtroppo il bar era chiuso, come quasi tutti i negozi e i locali.

Così sono stato al KFC a mangiare pollo fritto e mi sono fatto spiegare dove trovare l’Organza.

Adesso non so se questa Organza esista o no, fatto sta che l’ho cercata tutta sera senza esito. Così, dopo aver tratto godimento dalla buonissima birra polacca, sono tornato all’albergo e al mio comodissimo letto polacco. Im000516.jpg (55258 byte)

 

Sabato 27 dicembre

Purtroppo era arrivato il giorno della partenza.

Ho fatto colazione e ho salutato la signorina della sala da pranzo, dopodiché ho finito di preparare le valigie e le ho lasciate alla reception.

Il conto l’avevo già saldato qualche giorno prima.

Sono uscito in tarda mattinata, sono ripassato sulla Vistola Im000517.jpg (89120 byte) e sono andato al bar di Sylvia per consegnarle il pensiero che le avevo preso.

Purtroppo il bar era chiuso.

Ho legato il pacchetto alla porta e stavo andando via quando, attraverso il vetro, l’ho vista.

E’ venuta ad aprirmi e ho dovuto slegare il pacchetto a tempo di record.

Mi ha regalato uno dei suoi meravigliosi sorrisi, le ho consegnato il mio pensiero e le ho detto “arrivederci” in polacco.

Lei mi ha ringraziato molto. L’ho salutata a malincuore. Sapendo che era impegnata non mi sentivo di aggiungere altro.

Sono andato in un internet point e ho scritto qualche mail.

Ero contento di averla vista ma mi dispiaceva che finisse tutto lì. Purtroppo la vita è fatta così e bisogna accettarlo.

Dopo più di mezz’ora mi sono incamminato verso l’albergo e immaginate la mia sorpresa quando mi sono sentito chiamare.

Mi sono girato e ho visto un angelo che veniva verso di me. Vestita di bianco, capelli biondi, due occhi del colore del cielo e un sorriso che avrebbe sciolto il polo Nord.

Mi ha chiesto di seguirla nel bar e ci sono andato.

Mi ha presentato il giovane cuoco, che lavora in un ristorante italiano, e un suo amico.

Ho preso un tè e ho parlato a lungo con Sylvia. Ha voluto vedere tutte le foto che avevo fatto e mi ha ringraziato molto per il pensiero che le avevo fatto.

Ho pensato che, in Italia, mai una ragazza si sarebbe comportata allo stesso modo. La gentilezza e la bontà di Sylvia erano qualcosa che mi sarei ricordato a lungo.

Cominciava ad essere tardi e più stavo lì con Sylvia, più era difficile andar via.

Così mi sono alzato e ho salutato tutti.

Sylvia mi ha chiesto quando avrei rivisitato Varsavia e io le ho risposto che sarei ritornato in estate.

Sono uscito dal bar. Im000520.jpg (77633 byte) La mia vacanza in quella bella città era finita e la cosa che mi sarei ricordato di più era la ragazza che lavorava in quel bar.

Arrivato in albergo ho recuperato i miei bagagli, non prima di aver ringraziato una delle gentilissime signorine.

Un taxi mi ha portato all’aeroporto Okecie, dove i controlli avvengono appena entrati.

Il volo Lufthansa per Monaco è partito in orario.

Visto che avanti c’era un sacco di posto, ho pensato bene di andarmi a sedere là.

Dopo un po’ di conteggi andati male, entrambe le hostess si sono girate verso di me.

Io ho spiegato che volevo stare vicino al finestrino e mi hanno detto che era ok.

L’aereo poteva partire.

Ho viaggiato in business class, anche se il trattamento culinario ha rispettato la mia tariffa.

Una volta arrivati a Monaco, controllo del passaporto e breve attesa del volo per Verona. Tutto bene, a parte uno scossone dopo il decollo.

E così, arrivati a Villafranca, la mia avventura polacca è finita.

Fino alla prossima puntata…