I/III

Barbados Diary
Febbraio - Marzo 2008

 



Heathrow

La Virgin Atlantic mi ha cullato fino a Bridgetown. Peccato non essere riuscito a recuperare la foto dell'aereo vero e proprio su cui ho volato, che aveva disegnata sulla coda un'ammiccante "flying barbarella"

Se londra è il centro del mondo, Heathrow è il centro del mondo in miniatura. Nella tax-free area del Terminal 3 vedi un campione dell’umanità: dai businessman che attendono il volo per concludere qualche grande affare, alle famiglie di neri super-impacchettate che ritornano a Barbados, fino ai turisti, come me.
Intorno è tutta un’offerta di articoli di consumo, sopartutto profumi, sigarette, e beni di lusso.
E poi le aree di ristoro. Quella che mi piace di più è il pub. La gente beve allegramente, come se fossimo a Dublino alle 6. E invece sono le 10 di mattina, in un aeroporto.
Poi c’è il sushi. Con il consueto alone di raffinatezza e dispendiosità che lo pervade. Ma tanto i manager lo mettono in nota spese. Ma dico, il sushi è pesce crudo, come si fa a mangiare del pesce crudo alle 10 di mattina??? Mi viene in mente un’intervista recente di Slash, che negli anni ruggenti dei gnr ordinava un “double jack” alle 10 di mattina in aeroporto. Quando un barman aveva eccepito: “ma sono le dieci di mattino!” slash aveva risposto serafico: ”sono sicuro che da qualche parte del mondo sono le cinque di pomeriggio, my double jack, please”
.

Se nel '90 avevi 18 anni, i Guns"n" Roses ti accompagneranno sempre...


Intro
Come ho brillantemente scoperto poco prima di partire, per cominciare Barbados è un’isola e non un’arcipelago, quindi si dice “Barbados” e non “Le Barbados”.
L’isola di Barbados (pronuncia “Barbedos” e non quell’agghiacciane "Brbidoz" con cui mi sono presentato all’areoporto) fa 270.000 abitanti, circa come Verona, solo che è uno stato indipendente che batte moneta (il dollaro di Barbados, con cambio fisso rispetto al dollaro americano: 1 USD = 2 BDS) ed ha un suo parlamento. Si parla inglese e Bajan, una specie di dialetto.

Il clima è un gradevolissimo 28°-30° molto ventilto. All’ombra si sta bene a qualsiasi ora del giorno e della notte, al sole protezione 50 fissa. Diverso dovrebbe essere d’estate, più caldo e umido.
Si mangia sopratutto pesce, frutta e verdura. Un po’ di pollo, di difficile reperimento altri tipi di carne, di cui per al verità nessuno sembra sentire la mancanza.

Lo sport nazionale è il cricket (come in molte ex colonie inglesi) e l’eroe nazionale è Rihanna.
Le case sono piccole e ben spaziate. In generale sono di legno: umili ma allegre. Per strada c’è sempre qualcuno che se la racconta, ed i bambini che giocano, tanto passa una macchina solo ogni tanto.

La popolazione è costituita per il 95% da neri. Insomma, sono tutti neri tranne i turisti, e quelli che hanno deciso di venire qui per cambiare vita ed aprire un’attività.

Ci sono chiese ad ogni angolo. Evangeliche in varie declinazioni. Sembrano tutte allegre ed in armonia tra loro. La domenica si sente risuonare il gospel nell’aria.
Abbondano rasta e treccine.
La serena edilizia di Barbados

I giovani (maschi) sono tutti luccicanti, pieni di colane d’oro (finte?), orecchini e orologi, tipo Snoop Dogg. Le ragazze sono pettinate nei modi più fantasiosi, spesso in linea con l’ultima acconciatura di Rihanna.
Il fast food locale è “Chefette”: fish burger, ovviamente.

L’unica TV è la CBC TV8.
E’ un po’ triste la separazione tra bianchi e neri. I neri stanno nelle casette, i bianchi nei resort. Il punto d’incontro, più che altro per i giovani, è il St Lawrence’s Gap, dove ci sono i locali della vita notturna.
In particolare al Reggae Lunge, si possono vedere vecchie signore del nord europa accompagnate da giovanotti locali. Pensando “da fuori” al classico turismo sessuale femminile in Jamaica mi veniva da ridere, visto da vicino fa un po’ schifo. Ma forse solo per un residuo di maschilismo, visto che l’opposto siamo abituati a vederlo e non ci stupisce più, anche dalle nostre parti.