I/III |
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Barbados
Diary
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Heathrow |
La
Virgin Atlantic mi ha cullato fino a Bridgetown. Peccato non essere
riuscito a recuperare la foto dell'aereo vero e proprio su cui ho volato,
che aveva disegnata sulla coda un'ammiccante "flying barbarella" |
Se
londra è il centro del mondo, Heathrow è il centro del
mondo in miniatura. Nella tax-free area del Terminal 3 vedi un campione
dell’umanità: dai businessman che attendono il volo per
concludere qualche grande affare, alle famiglie di neri super-impacchettate
che ritornano a Barbados, fino ai turisti, come me. |
Se nel '90 avevi 18 anni, i Guns"n" Roses ti accompagneranno sempre... |
Intro |
Come
ho brillantemente scoperto poco prima di partire, per cominciare Barbados
è un’isola e non un’arcipelago, quindi si dice “Barbados”
e non “Le Barbados”. L’isola di Barbados (pronuncia “Barbedos” e non quell’agghiacciane "Brbidoz" con cui mi sono presentato all’areoporto) fa 270.000 abitanti, circa come Verona, solo che è uno stato indipendente che batte moneta (il dollaro di Barbados, con cambio fisso rispetto al dollaro americano: 1 USD = 2 BDS) ed ha un suo parlamento. Si parla inglese e Bajan, una specie di dialetto. Il clima è un gradevolissimo 28°-30° molto ventilto. All’ombra si sta bene a qualsiasi ora del giorno e della notte, al sole protezione 50 fissa. Diverso dovrebbe essere d’estate, più caldo e umido. |
Si
mangia sopratutto pesce, frutta e verdura. Un po’ di pollo, di difficile
reperimento altri tipi di carne, di cui per al verità nessuno sembra
sentire la mancanza. Lo sport nazionale è il cricket (come in molte ex colonie inglesi) e l’eroe nazionale è Rihanna. Le case sono piccole e ben spaziate. In generale sono di legno: umili ma allegre. Per strada c’è sempre qualcuno che se la racconta, ed i bambini che giocano, tanto passa una macchina solo ogni tanto. La popolazione è costituita per il 95% da neri. Insomma, sono tutti neri tranne i turisti, e quelli che hanno deciso di venire qui per cambiare vita ed aprire un’attività. Ci sono chiese ad ogni angolo. Evangeliche in varie declinazioni. Sembrano tutte allegre ed in armonia tra loro. La domenica si sente risuonare il gospel nell’aria. Abbondano rasta e treccine. |
I
giovani (maschi) sono tutti luccicanti, pieni di colane d’oro
(finte?), orecchini e orologi, tipo Snoop Dogg. Le ragazze sono pettinate
nei modi più fantasiosi, spesso in linea con l’ultima acconciatura
di Rihanna. |
L’unica
TV è la CBC TV8. E’ un po’ triste la separazione tra bianchi e neri. I neri stanno nelle casette, i bianchi nei resort. Il punto d’incontro, più che altro per i giovani, è il St Lawrence’s Gap, dove ci sono i locali della vita notturna. In particolare al Reggae Lunge, si possono vedere vecchie signore del nord europa accompagnate da giovanotti locali. Pensando “da fuori” al classico turismo sessuale femminile in Jamaica mi veniva da ridere, visto da vicino fa un po’ schifo. Ma forse solo per un residuo di maschilismo, visto che l’opposto siamo abituati a vederlo e non ci stupisce più, anche dalle nostre parti. |
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