On the Road 2004:


Passando velocemente sulla proverbiale abilità del Pantera nel recuperare biglietti aerei a prezzo di cargo bestiame a sconti craccati sulle auto a noleggio attraverso losche amicizie, il nostro “on the road” comincia con l’implacabile sveglia che all’1.00 am ci desta per gli ultimi preparativi (valigia non terminata!!....e controllo passaporti; Jacopo docet…e la dogana americana non scherza!).

Accompagnati da Paolo (Golden brother) giungiamo a Malpensa alle 04.15 am, aereo per Amsterdam alle 06.00 am…detto tutto! Entrambi avevamo acquistato la marca da bollo da 30,99 €, ma nel più classico stile rabbinico abbiamo presentato la sola carta d’identità a Milano omettendo quindi di vidimare il bollo, e riutilizzandolo così per la prossima occasione.

Giunti ad Amsterdam per ingannare il tempo ci spariamo giù un paio di birre a stomaco vuoto, tanto per conciliare e rendere più piacevole il proseguo. Si arriva con la ridarella al controllo…e si passa, via….sopra all’Oceano, sorvolando la Groenlandia.

Dopo 11 h 30 min ecco comparire sotto di noi la baia di San Francisco e un presunto Golden Gate.

Breve pausa per le interviste all’immigrazione: Guardia:”che mestiere fate?”, Pante: “il chimico” (possibile produttore di armi di sterminio di massa), Guardia:”ok, passi pure signore!”, Golden:”tecnico elettricista”. Guardia:”bel ricciolo, si accomodi per il controllo bagagli”. Pantera piegato….e Golden abituato.

Recatici al Motel 6 e ritirata l’auto a noleggio, più un mezzo da Parigi-Dakar, Chevrolet Trail-Blazer 4.2 litri sovralimentato, iniziamo ad aggirarci nella patria degli omosessuali d’America e non solo. Su brillante intuzione del Golden cambiamo mezzo e ci scarrozza un brillante autista russo di limousine, potenziale procacciatore di lussuriosi “divertimenti”.

La serata si trascina in localini d’altri tempi, animati da una musica dal vivo entusiasmante…


... come mezzo di locomozione si sfruttano anche i celebri “cable trains” di SF.

Un altro viaggiatore “easy going” più organizzato di noi.

Il giorno seguente ci si dedica al più classico shopping per China Town, pranzando in un loschissimo locale in cui eravamo gli unici bianchi (ndr: gli altri erano gialli e parlavano strano!), seguito dalle visite a Russian Hill, alla baia e al Golden Gate.
Stremati dalla fatica, il buon Pant cercava di tenere sveglio il Golden al volante: “Continuo a parlare così ti tengo svegl…..rronnfff”. Prodigio del Pant che così teneva desto l’autista col suo poderoso russare.

Ci lasciamo alle spalle SF bay, e ci dirigiamo verso Sacramento a scroccare una notte da Sven e Cristina, costei ex compagna di studi dei chimici parmensi. Prima di salutarli, Cristina ci porta a visitare il suo allevamento di virus e batteri, potenziali sterminatori della flora mondiale.

Il viaggio prosegue con la visita ai più grandi esseri viventi del mondo, al Sequoia Park.
Pantera ammirato borbotta: “hai presente quante tonnellate di mobili ci farebbe l’IKEA ??”.

Stravolti arriviamo nell’anonima Bakersfield, pagando l’Hotel con i punti della tessera Diamond VIP del Golden; una notte a scrocco…ottima!

Di qua si prosegue per la mitica Death Valley; un deserto spettacolare, sassi, piane di sale e sabbia a perdita d’occhio. La valle è appunto un eccezionale esempio di quanto il nulla possa a volte essere meraviglioso e stupefacente.

Anche in queste lande sperdute abbiamo trovato traccia della fama internazionale del Golden


Pantera che vuole colpire due fanciulle francesi (risultate poi lesbiche) cercando di darsi un contegno di persona tenera e alla ricerca del proprio equilibrio.

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